lunedì 25 agosto 2008

A "Life in Gubbio" reading di Raiz, cantante ecologico / During "LIfe in Gubbio" reading by Raiz, the ecologist singer

“Un tradizionalista moderno”. Così si definisce Raiz, l’ex voce degli Almanegretta, che sarà protagonista di un reading a “Life in Gubbio”. Il festival, che dal 26 al 30 agosto animerà la città umbra con incontri, musica e proiezioni presentati da Paolo Bonolis, ha come tema il senso della vita e il cantante napoletano è chiamato proprio a dare la sua opinione in merito. “Avrò mezzora per dare il mio punto di vista sulle cose – dice Raiz – spero di scatenare risate e qualche riflessione”. Durante l’incontro della sera del 27, l’artista, da lettore vorace quale dice di essere, si farà aiutare da alcuni degli autori a cui è più legato, due su tutti: Pier Paolo Pasolini, “perché ha scritto delle cose molto belle sulla cultura italiana pre-massificazione”, e il rumeno Elie Wiesel, premio Nobel per la pace nel 1986, “per le sue interpretazioni della Bibbia”. Raiz dice di amare gli autori del Novecento e soprattutto quelli “con visioni aperte della vita, che non si fanno influenzare dalle barriere. Le culture si devono confrontare, non scontrare”. Sono questi gli autori che gli hanno ispirato le sue canzoni, mentre dice di non essere ancora pronto per scrivere un libro. “Forse in futuro potrò provarci, ma sono legato alla poesia degli antichi che era comunque affiancata alla musica, la prosa è arrivata dopo”. Qual è, però, il messaggio che il cantante vuole portare al pubblico di Gubbio? “Credo che ci siamo sbagliati a pensare che tutto ciò che ci porta il domani sia migliore dell’oggi – spiega Raiz – il progresso ha schiavizzato l’uomo, facendolo vivere male con il pianeta. Bisogna autoimporsi una austerità, non una vita triste, ma un sano ritorno alla natura. L’uomo ha bisogno di acqua pulita, cibo pulito, aria pulita. Per vivere bene – continua Raiz – dobbiamo apprezzare le cose semplici, cambiando i nostri confini culturali”. Un ritorno al passato che non può non far tornare il cantante alla sua infanzia e alla figura di sua nonna, che “anche se non parlava italiano, aveva una solida cultura”. Un tradizionalista moderno, dunque, ma non legato al passato in maniera cieca, quanto a un tradizionalismo sostenibile, ecologico. “I nostri figli non possono vivere in un mondo sporco – conclude Raiz –. Io sono cresciuto in mezzo ai campi e sono felice”.

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