Sono 600 i bambini vittime di pedofilia lo scorso anno in Italia, 100mila i potenziali pedofili, mentre l’introito medio di un sito pedopornografico è di 90mila euro. È da queste cifre che parte “animanera”, film autoprodotto per la regia di Raffaele Verzillo, presentato oggi a Roma. Realizzata nel 2006, solo adesso la pellicola ha trovato un canale di distribuzione attraverso la Medusa Film, per portare in tutte le sale d’Italia il grande problema dei pedofili, anzi dei pedofagi, come li definisce il regista perché “queste persone mangiano davvero l’anima dei bambini. Questo è il male assoluto”. Il film parla di un uomo dall’aspetto distinto, rispettabile, che, però, ha un’attrazione morbosa per i bambini, tanto da arrivare a rapirli per stuprarli e ucciderli in un gabbia da film horror, nascosta in un, all’apparenza innocente, garage. Poi gli succede di innamorarsi di un bambino speciale, che riesce a resistergli e a fargli cambiare modalità di agire, un errore che, con un piccolo aiuto della fortuna, porterà il poliziotto e la psichiatra sulle sue tracce a fermarlo. Il film è stato finanziato da imprenditori privati che, insieme alla maggior parte del cast artistico e tecnico, hanno rinunciato ai propri compensi in cambio di una partecipazione agli eventuali utili della distribuzione del prodotto. “Animanera” ha anche vinto premi e riconoscimenti in molti festival e ha ottenuto importanti sponsorizzazioni da molte associazioni, prima di tutte la Croce Rossa italiana. “Questo film mostra come la differenza tra una persona normale e una patologica è molto più labile di quanto si crede e questo ci fa riflettere” ha detto Massimo Barra, presidente dell’organizzazione sanitaria. Durante la proiezione del film nelle varie sale italiane sarà possibile trovare gli stand di tutte le associazioni che hanno partecipato. Domenico Fortunato, che nel film interpreta un magistrato che lavora al caso del pedofilo killer, ha invitato a prestare più attenzione a chi si batte in Italia contro questo fenomeno: “Si devono dare risorse a questi uomini che ne hanno bisogno, fanno un lavoro scuro, lontano dai riflettori”. Il regista Raffaele Verzillo ha anche sottolineato il lavoro svolto con i bambini e soprattutto con il giovane protagonista, Luigi Santoro: “Abbiamo fatto molte prove con lui, abbiamo giocato e l’aiuto dei genitori è stato prezioso. Soprattutto, però, ho trovato un attore meraviglioso”. Ed è proprio il bambino ad avere l’ultima parola: “Non ho avuto problemi a fare questo film – ha detto – non sapevo di cosa si trattasse davvero, non mi sembrava un film brutto all’inizio, poi ho visto certe scene e mi sono reso conto”. Il film è stato vietato ai minori di quattordici anni, quelli che più di tutti avrebbero potuto identificarsi. “Il divieto è sacrosanto – dice Verzillo – se i genitori vogliono far vedere questo film ai figli glielo spieghino passo per passo”. Sono proprio loro, i grandi, infatti, a dover tenere sempre a mente un insegnamento prezioso: non fare come i genitori del film, stare vicini ai propri bambini, perché i pedofili puntano a conquistare i bambini lasciati soli e senza affetto.
Nessun commento:
Posta un commento