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martedì 25 novembre 2008

Malie d'amore e antichi canti lucani: la magia di "Vito ballava con le streghe"

“Una storia che si riferisce alla memoria, ma è intrisa di simboli che parlano al tempo presente e guardano al futuro, perciò è anche un presagio”. Così lo scrittore lucano Mimmo Sammartino definisce “Vito ballava con le streghe”, il docufilm presentato oggi a Roma alla sede Rai di viale Mazzini, ispirato al suo libro omonimo. Un film “strano, insolito” secondo le parole dello stesso regista Vittorio Nevano, che ondeggia tra tradizione, poesie in dialetto, frasi antiche e panorami di roccia e montagne che oggi, come ieri, incantano i viaggiatori in Basilicata. La pellicola è stata girata tra Castelmezzano, Pietrapertosa e Campomaggiore, nel cuore delle dolomiti lucane, montagne uniche per la complessità delle loro cime frastagliate, alla cui ombra si svolge la storia di Vito, un semplice contadino che cade sotto l’influsso delle masciare. Queste streghe pagane, che volano di notte su cani bianchi, gli cambiano la vita, facendolo sposo di una di loro, una donna che può essere “anche una santa”, che sembra già conoscere il loro destino. “Quello di Sammartino è un libro difficile da tradurre in immagini – racconta Nevano – parla di un mito, rende immortale un posto e una regione dalla cultura elevata. Credo che anche il cast sia riuscito a rendere questa grandezza”. Interpretato da giovani attori della Basilicata, ma anche da vere guest star, come Ulderico Pesce o il poeta della beat generation, con origini lucane, John Giorno, il film andrà in onda su Rai Tre il 26 novembre all’una e dieci e sarà distribuito anche all’estero. “È un lavoro importante – ha sottolineato il regista – perché ha messo insieme la Rai e le amministrazioni della regione e dei Comuni”. Alla presentazione, infatti, era presente anche il governatore della Basilicata, Vito De Filippo: “Stiamo inventando molte strade per promuovere una piccola regione del Sud fatta di suggestioni importanti” ha detto il presidente, ricordando che Castelmezzano, il paese di 900 abitanti dove è cresciuto Sammartino, è a rischio spopolamento, ma “così torna a vivere”. De Filippo ha sottolineato anche il gran numero di scrittori che stanno emergendo nella regione e ha concluso dicendo che “sicuramente il docufilm aiuterà la Basilicata”. Molto emozionato anche il sindaco di Castelmezzano, Nicola Valluzzi: “Per la comunità sono stati giorni di coinvolgimento assoluto” ha raccontato, riferendosi alle riprese del film, e ricordando che la storia “è stata nascosta per anni: della malia dell’amore, del paganesimo non si parlava, ma noi l’abbiamo portata alla luce e abbiamo dimostrato di poter diventare protagonisti della televisione a nostro modo, con la cultura e la tradizione”. Una storia fatta di balli e canzoni, sospesa nel tempo, che nasce da “una rivendicazione di dignità di una cultura e una dichiarazione d’amore per un mondo” fatta da Sammartino sulla scia “della fascinazione per i racconti di mia nonna”. Un insieme di simboli che ha colpito anche il senatore a vita Emilio Colombo, “il più vecchio politico lucano” come si è definito, ricordando la sua rabbia giovanile per come veniva descritta la sua terra e la consapevolezza, scendendo tra la gente, che “sotto le vesti, i panni spesso neri, vi erano delle menti vivide che portavano con sé la grande ricchezza di questa terra, dove magia e filosofia si incontrano. Questo film sutura il passato e il presente”.